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VIVI IL FILM COME UN CONCERTO

PERFORMANCE

To grab, manipulate, re-elaborate, synthesize, mix, re-edit, reset to music… all this is Remix the Cinema.
A project of live cinema and electronic music whose tangible result is synthesis: a 90-minute film reproduced and performed live in a 15-minute time.

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REMIX

Take a film, disassemble its video and soundtracks, and use those images and sounds to create a new montage and soundtrack. That’s what Remix the Cinema proposes by performing it on stage in real-time. The result is an evening of visuals and electronic music, aimed to let you discover cinema’s classics through a new involving experience.

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WHERE

Remix the Cinema celebrates and betrays the cinema, moves its main path and sets it differently. It’s a transversal project, a hybrid meant to exist and be performed in several locations: from theatres to museums, from concert halls to cinemas, from open-air spaces to cultural centres.

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To grab, manipulate, re-elaborate, synthesize, mix, re-edit, reset to music…all this is Remix the Cinema

A project of live cinema and electronic music whose tangible result is synthesis: a 90-minute film reproduced and performed live in a 15-minute time.

To remix and mash-up doesn’t only mean to combine texts together and mix them but also and above all to create new texts and provide new experiences to the audience.

It’s not just a matter of working within the existing text, of reconstructing it, finding new aesthetic and narrative forms, “playing” (in its highest meaning) with the cinematic mechanism to show its structures, its language, and trying to recompose it into new bits of meaning…

It’s also about expressing a vision on cinema, on its potentiality, on its language, on the cinema experience itself at the dawn of a media revolution which has deprived the seventh art from the central position it had in the 20th century.

Remix the Cinema celebrates and betrays the cinema, moves its main path and sets it differently.

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Arriviamo, così, al cinema “rivisto” da Remix the Cinema di Luca Acito e Alberto Casati (e con una piccola parte del sottoscritto come “critico e teorico in residence”): non si tratta solo di manipolare un film come Le sang d’un poète (1930) di Jean Cocteau, piccolo gioiello del surrealismo dai tratti specificatamente “romantici” o Das Cabinet des Dr. Caligari (1920) di Robert Wiene, capolavoro e capofila dell’Espressionismo tedesco cinematografico. Non si tratta solo di operare all’interno del testo, di ricomporlo, di trovarne nuovi spunti estetici e narrativi, “giocare” (nel senso più alto del termine) con il meccanismo cinematografico per mostrarne le sue strutture, la sua lingua e provare a ricomporre pezzi di senso… non solo questo: si tratta anche di mettere in campo un pensiero sul cinema, sulle sue potenzialità, sul suo linguaggio, sull’esperienza di cinema all’alba di una rivoluzione nel campo dei media che ha tolto alla cosiddetta “settima arte” quella centralità che ha avuto nel XX secolo. Remix the Cinema celebra il cinema e lo tradisce, ne sposta l’asse e lo ricolloca al centro di operazioni dalla logica squisitamente digitale i cui punti nevralgici sono, per l’appunto, remix e interattività.

Questo implica anche ripensare l’esperienza del cinema nel suo rapporto con lo spettatore. Lo spettatore diviene un agente attivo, partecipa in maniera diretta, con il suo corpo; viene “immerso” in un’esperienza cinematografica e narrativa che lo implica in una performance, che lo ingaggia in un happening live, che magari lo spinge a ballare, a muoversi, ad attraversare spazi fisici. Remix the Cinema definisce uno spettatore sempre più abituato a essere utente nella società digitale, che vuole “fare”, cliccare, scegliere, condividere un’esperienza interattiva. 

Remix the Cinema è un aspetto della ricerca di Action 30 sulle possibilità di modificare il cinema, l’audiovisivo e l’esperienza dell’audiovisivo: esperimenti che vengono da lontano, che passano attraverso live media experience che mischiano vjing e djing con live animation movies. Esperienze che attraversano, non solo la riscrittura del testo filmico, ma che entrano nella logica della software culture delineata da Lev Manovich. Nel curriculum di Remix the Cinema troviamo il live cinema, ma anche esperienze di digital publishing e di video interattivo per il web. Il cinema quindi come Postcinema, come ripescaggio di forme, rilettura di pratiche e modi, cannibalizzazioni di immaginari e testi contenuti in grandi archivi di memoria condivisi, in database gestiti e gestibili da software. Quella di Remix the Cinema è un’esperienza di Postcinema laddove il cinema è, da una parte, un serbatoio (database) di immagini, immaginari, forme a cui si può attingere con una libertà che fino ad ora era stata impossibile anche solo da pensare. Un po’ per la facilità di accesso ai testi che (in particolare la Rete e le grandi piattaforme di audiovisivo) sono messi a disposizione, inoltre per il numero di programmi e software che rendono facile ed economico il lavoro sul linguaggio audiovisivo. D’altra parte il cinema diviene anche una sorta di “modello linguistico” per tutte le forme nuove e ibride di audiovisivo, quelle che chiamiamo live media experience, videomapping, vjing, ma anche i testi riconducibili ad ambiti quali web cinema, web art, digital art e così via. 

L’omaggio di Remix the Cinema al cinema muto non è casuale, è invece emblematico di un ritorno al linguaggio del cinema, con particolare riferimento a quel periodo straordinario, sperimentale e folle che è stato il muto e, nello specifico, il cinema delle avanguardie. Remix the Cinema prende a piene mani da lì, assume da quel vivace serbatoio di ricerca di forme; pesca in quel calderone di linguaggi che si intersecano, che sperimentano, con una libertà creativa senza eguali.  Il “cinema” di Remix the Cinema e, prima, di Action 30 non è più cinema per come lo abbiamo pensato e per come è stato istituzionalizzato nel ’900, eppure sente un legame forte con quella tradizione, con quel “serbatoio”, con quegli immaginari e con quei linguaggi, e in particolare con quel momento della sua storia in cui il linguaggio era un brulicante, vivace e divertente luogo di sperimentazione. 

Il cinema, deviato, tradito eppure celebrato, di Remix the Cinema si pone al centro di un’esperienza audiovisiva nuova, totalmente immersiva, aptica, non-lineare e interattiva.

 

Simone Arcagni
professore di cinema e nuovi media – Università di Palermo
giornalista, convegnista, curatore e consulente
“Nòva-IlSole24Ore” | “Oxygen” | “TechnoNews” | “Screencity Journal” | “EmergingSeries” | “Segnocinema” | “Digicult”

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